Ritorno nella zona del sempre piacevole e interessante villaggio di Anzino in Valle Anzasca (paese che riserva sempre qualche particolare interessante da scoprire...); lo spunto per questo giro è dato dalla lettura degli insoliti toponimi riferiti ad alcuni alpeggi posti sul versante destro idrografico del Torrente Olocchia, tra il Rio Rosenza e il Riale Dorchetta, I Cerf...
Sulle mappe odierne il toponimo è stato "tradotto" in cervo, ma non sono del tutto certo che questo sia corretto... la pronuncia dialettale è diversa, e rimane sempre il dubbio che si tratti di una delle abituali "italianizzazioni" dei nomi spesso usate in passato, a esempio sempre in zona c'è l'Alpe la Stur che è stata "tradotta" in una improbabile Alpe Astore...
(Sulle mappe attuali, ci sono altri toponimi di questa zona che non sono corretti...).
In ogni caso, un giro piacevole in una zona poco frequentata dagli escursionisti, che solitamente visitano il soleggiato versante opposto (dove la strada asfaltata sale più in quota...), ora quasi tutto il percorso è stato recentemente segnalato, e forse sarebbe stato più interessante arrivarci un paio di anni prima, così da cercare le tracce dei vecchi sentieri... ma naturalmente è doveroso ringraziare i volontari per il lavoro di pulizia fatto...
Giunto in Valle Anzasca con l'autobus di linea, da Pontegrande si sale lungo la strada asfaltata verso Bannio Anzino (al bivio, si vede ancora l'indicazione del 1896... foto 2), dopo il ponte sul Torrente Olocchia si ritrovano tratti della vecchia mulattiera che interseca la strada, e in breve si giunge ad Anzino 687 m.
Un breve giro tra le vie del paese (che ho visitato con più calma al ritorno, quando c'era anche il sole), e ci si dirige verso le imponenti Cappelle della Via Crucis, si può seguire la stradina o la soprastante mulattiera che porta verso l'Alpe Baulina dove si lascia sulla sinistra il sentiero che sale in Val Rosenza per continuare sul versante dell'Olocchia (si passa da un bivio, a destra scende il sentiero per Ul Mulin che seguirò poi al ritorno).
La tranquilla mulattiera traversa verso la zona di Sciancin e supera sul ponte il Rio Rosenza, poi di fianco alla stradina asfaltata, dove scende la condotta dell'acqua (condotta che poi prosegue verso a Centrale di Battiggio), si trovano le segnalazioni del percorso dei Cerf.
Lungo il percorso sono presenti segni di vernice bianco-rossa, il tratto iniziale è in ottime condizioni, ma in realtà è in comune col sentiero di servizio della condotta... giunti sulla dorsalina soprastante si lascia la traccia più larga (che traversa sulla sinistra), per seguire il sentierino che sale e poi inizia a traversare lungo il versante.
Salendo si trova un rudere (foto 14), poi traversando si vedono tracce delle numerose teleferiche presenti in questa zona, unico sistema possibile per portare la legna a valle, vista la ripidezza del versante, durante tutto il percorso ci si mantiene sempre a quote intorno ai 1000 m. e si giunge all'Alpe Cerf di Sant'Antonio dove si può ammirare una bella Cappelletta.
Il sentiero poi scende per visitare il Cerf dul Demio e quindi risale portandosi verso il canalino del Rio della Valle, giunto sulla dorsale che lo precede, la risalgo trovando dei ruderi che dovrebbero essere quelli del Cerf at Mama Lena (di questo non ho la certezza...), qui ritrovo anche la traccia del vecchio sentiero che poi scende a incrociare quello segnalato nei pressi del Rio della Valle.
Proseguendo si arriva a un altro alpeggio che è chiamato semplicemente Cerf... dove si trova una baita ristrutturata servita da una teleferica (qui un sentiero segnalato scende verso la mulattiera vicino al Torrente Olocchia), continuando la traversata, dopo il piccolo Rio Scolatore si giunge all'Alpe la Stur (anche qui, un sentiero scende verso la mulattiera principale), da qui alcune vedute panoramiche verso le montagne della Val Baranca e della Valle Olocchia e il soleggiato versate opposto (naturalmente si nota il contrasto tra i due versanti... da una parte, dove arriva la stradina asfaltata, numerose baite ristrutturate, invece da questa parte, all'ombra, è stato quasi tutto abbandonato...).
Si continua traversando in sequenza il Rio dell'Ouga, il Rio del Laurò e il Rio Pizzone da dove si sale all'alpeggio omonimo, l'Alpe Pizzone 1117 m. un corposo alpeggio con numerose baite (in buona parte in rovina), e dove si trova anche una Cappelletta.
All'Alpe Pizzone terminano le segnalazioni (probabilmente i lavori di sistemazione dei sentieri sono ancora in corso), sotto la baita di foto 56 si trova il sentiero che prima traversa e poi scende nel bosco dove la traccia un poco si perde, tenendosi comunque un poco verso destra si giunge all'Alpe Fracchià ormai nascosta nel bosco, un alpeggio che doveva essere importante ai tempi, lo testimonia la presenza di una Cappella, qui si ritrova una buona traccia che in breve conduce al sentiero principale (foto 65).
Si continua scendendo lungo la dorsale che porta alla panoramica Alpe Castelletto 954 m. da dove si ritorna verso nord-est raggiungendo la stradina nei pressi dell'Alpe Giavine (qui una breve deviazione verso sud-ovest permette di ammirare la cascata del Torrente Olocchia); ritornando in direzione di Anzino, si passa da Case Rovazzi 825 m. poi dall'Alpe Gabi e si ritorna a Sciancin, da dove, lungo il percorso seguito all'andata, si raggiunge il bivio della mulattiera dove, con una breve deviazione, si può scendere a visitare il pianoro di Ul Mulin...
Ritornato all'Alpe Baulina, e raggiunta la Cappella di foto 7, è l'occasione per andare a vedere due alpetti "dimenticati"... salendo direttamente sopra la Cappella lungo il ripido versante nella faggeta, si arriva a circa 800 m. all'Alpe Sckacìc, proseguendo a 850 m. si trova un rudere, e infine a circa 980 m. l'Alpe Fracg.
Ritornati alla Cappella si prosegue verso Anzino dedicando un po' di tempo alla visita del villaggio, e infine si scende ritornando a Pontegrande (salendo in auto ad Anzino, si possono evitare circa 50 minuti di cammino...).
Immagini marzo 2017 - Difficoltà E/EE
Tempo per questo giro, circa 6 ore incluse le divagazioni...
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