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Alpi di Gavala...


   Visita alla "frazione di Agnona" del "Salto della Gavalla"...

 Roncole di Postua, Alpe Aigra, Pian dei Fort, Alpe Ormaccio, Alpe Gavala di sotto, Alpe Gavala di sopra, Sella della Balma, "sentiero della Sbarra", Balmaccia, Sella della Rosetta, San Bernardo, Cascina Drobbiai, Alpe Maddalene, Roncole.

 

 Durante lo "studio" e la preparazione degli interessanti giri fatti nella Valle di Gavala da Isola di Vocca, si era notato guardando le mappe che gli alpeggi che condividono lo stesso toponimo sono situati "dall'altra parte", e cioè sul versante della valle che scende a Postua... e naturalmente prima o poi bisognava andare a vederli.

il bel versante che sale a Gavala di sopra...

 Una zona che visitiamo per la prima volta e che si è rivelata piacevole e interessante, riportando alla mente in alcuni tratti, la Valgrande... (non quella del Sesia, ma quella del Parco Nazionale... : Valgrande); vista l'esposizione favorevole, numerosi alpeggi erano utilizzati sui versanti ora quasi totalmente boscosi, alpeggi che attualmente sono in gran parte abbandonati, in particolare alle quote più elevate; il percorso si svolge in parte su sentiero, e sono anche presenti alcuni tratti "scomodi" in particolare a causa delle distese di felci presenti.

 

 - Il Salto della Gavalla :

 Consultando le prime mappe IGM (edizione 1894) si era notato che in questo territorio era presente una "enclave" territoriale di pertinenza del Comune di Agnona, il cui territorio non confinava con questa zona, nominato sulla mappa "frazione di Agnona"... (accanto, più a sud-est c'era la "frazione di Isolella")... poi la cosa è diventata più evidente avendo "scoperto" al ritorno dal giro, che la Mappa Rabbini del Comune di Agnona (ora frazione di Borgosesia, prima comune autonomo fino al 1928), comprende il singolare e interessante foglio riguardante il "Salto della Gavalla"...

 Una porzione di territorio completamente "circondato" da terreni appartenenti ad altri comuni (Isolella, Foresto, Postua, Vocca, Locarno...), e che comprende i due alpeggi di Gavala (Gavalla...), l'Alpe Ormaccio (Alpe Ormax...), e l'Alpe Rovere (La Rovere sulla vecchia IGM, e Alpe il Rovo sulla Rabbini...).

 La Mappa Rabbini riporta più precisamente "Agnona e Salto"... credo intendendo come "Salto" appunto il territorio oltre i confini comunali, infatti anche il Comune di Isolella aveva il suo "Salto", il Salto di Gobbia... una porzione di territorio a fianco di quello di Agnona e che comprende l'Alpe Gobbia...

 Sarebbe interessante conoscere le ragioni, la "storia" di questi possedimenti non confinanti col territorio del comune proprietario...

 

 Con Andrea partiamo da Roncole di Postua 486 m. (parcheggi oltre il paese entrando nella valle, oppure in paese prima della chiesetta, opzione preferibile in questo caso visto il ritorno lungo il sentiero 725), attualmente (nel 2020) per arrivare a Postua bisogna passare da Crevacuore causa la chiusura dei due ponti sul Torrente Strona poco prima della sua confluenza col Torrente Sessera.

bel ponte...
 Entriamo nella lunga ed estesa valle seguendo inizialmente la stradina sterrata, sul sentiero H20 per l'Alpe Aigra (il "Sentiero dei Partigiani", vedi la pagina sul sito del CAI Valsessera : Link), passiamo inizialmente presso la Cappella di San Martino dove si vede ancora una parte del vecchio affresco, lo sterrato termina al Ponte Rosso 557 m. (fino a qui, circa 40 minuti), dove sulla destra continua il sentiero segnalato H20 che poi traversa alcuni canalini laterali su dei bei vetusti ponti in legno, e si passa di fronte alla bella zona dell'Alpe Morcei 678 m. (situata sull'opposto versante del torrente).

 Dopo le lapidi a ricordo dei Partigiani si continua con qualche apertura panoramica sulla valle, passando dalla cascatella chiamata Pissa da l’Alba, poi la parete strapiombante della Balma Storna e infine si raggiungono i ruderi dell'Alpe l'Aigra 740 m. dove si può ammirare il soffitto "a volta" della cantinetta che ancora resiste al trascorrere del tempo; dai ruderi (abbandonando il sentiero segnalato H20), si scende a guadare il torrente che si segue per un tratto, sulla sinistra sale un tratto di sentiero "costruito" che permette di superare uno sperone roccioso, e poi si scende a superare il Rio Gesiola che qui forma una bella pozza.

 Entrati in Val Gesiola e seguendo la traccia sulla destra si giunge in breve a Pian dei Fort 814 m. da dove una traccia intermittente conduce all'Alpe Ormaccio 1003 m. (Alpe Ormax) dove un'ultima baita ancora resiste, ma appare abbandonata... da Ormaccio saliamo il versante soprastante e poi, poggiando sulla sinistra (ovest), ritroviamo la traccia di sentiero che traversa il versante, traccia che poi si perde, ma continuiamo la traversata rimanendo più o meno alla stessa quota del sentiero riportato sulla carta Svizzera CNS, e in seguito ritroviamo il sentiero (tagli) che dovrebbe arrivare dall'Alpe Rovere, è importante trovare questa traccia perché si traversa un canale in un punto "obbligato" a circa 1185 m. infine, continuando in leggera discesa si giunge al pianoro dell'Alpe Gavala di sotto circa 1120 m. dove sono presenti diversi ruderi, l'alpeggio è abbandonato da tempo, era comunque in una buona posizione e l'acqua non mancava... (fino a qui dalla partenza, circa 3 ore e mezza).

 Preparando questo giro, Andrea aveva notato sulle vecchie foto aeree svizzere, un sentiero che saliva a Gavala di sopra sul fianco sinistro (ovest) della dorsalina che separa il Rio Gavala dal Rio Gesiola, e perciò da Gavala di Sotto traversiamo il canale del Rio Gavala salendo alla panoramica dorsalina in parte rocciosa che seguiamo in salita dopo aver visto che sul ripido versante dove passava il sentiero non erano rimaste tracce (naturalmente ai tempi gli animali salivano quel versante, mentre probabilmente gli alpigiani seguivano anche loro la dorsalina con un percorso più sbrigativo...), si arriva così ad una selletta al termine della dorsalina dove si vede il versante soprastante e il boschetto ancora "verde" dove si trova Gavala di sopra.

 Traversato il poco accentuato solco del Rio Gavala la traccia si perde e allora si sale faticosamente tra le felci poi, poggiando sulla destra, alla dorsalina che porta ai ruderi di Gavala di sopra circa 1400 m. (Gavalla di sopra) fino a qui dalla partenza, quasi 5 ore; intanto il meteo (o la meteo...) è andato gradualmente peggiorando e le creste soprastanti sono immerse nelle nebbie... saliamo per un tratto a monte dei ruderi per poi trovare il passaggio che permette di raggiungere la dorsale posta sulla destra (est), che si trova sulla verticale della soprastante Sella della Balma 1625 m. che raggiungiamo senza particolari difficoltà aggirando alcuni tratti rocciosi, sulla cresta la visibilità era minima, continuiamo così lungo il percorso segnalato 715 che sale brevemente al Monte Terraggiolo 1656 m. e prosegue verso il Monte Luvot che però non saliamo per la presenza del più interessante traverso de "La Sbarra" (o della Scarpia, vedi sul sito del CAI Varallo : Link).
ambiente suggestivo lungo il traverso della Sbarra

 Il sentiero della Sbarra è un interessante traverso (che ricordava per qualche verso le Strette del Casè della Valgrande, Link), che si svolge in un ambiente suggestivo tra le quinte rocciose di questo versante del Luvot, alcuni tratti sono attrezzati con catene ma è richiesta comunque attenzione naturalmente in particolare con roccia umida o bagnata; si raggiunge la cresta nella zona della Balmaccia (dalla Sella della Balma alla Balmaccia, circa 1 ora e mezza), si prosegue lungo il sentiero 715 che scende alla Sella della Rosetta 1246 m. da dove continuiamo sulla destra (cartello in legno) lungo la traccia non segnalata che traversa sul fianco ovest del Monte Tovo, raggiunta la dorsalina sud-ovest della Cima Alagni si ritrovano i segnali del sentiero 716 che scende inizialmente tra le felci e porta all'Oratorio di San Bernardo 1123 m. incrocio di sentieri e stradine.

 Scendiamo seguendo il sentiero 725 che passa presso il lungo rudere della Cascina Drobbiai e poi si arriva alla notevole costruzione dell'Alpe Maddalene 913 m. e infine, lungo un percorso a tratti piuttosto ripido, si ritorna a Roncole giungendo direttamente in paese passando nei pressi di un mulino.

  - Vedi anche su : itinerAlp

 Tempo per questo giro, circa 9 ore.

   Ottobre 2020 - Difficoltà EE

immagini ↑→  




il traverso della Sbarra...

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