Un giro tra la Valle del Rio della Porta e la Valle dell'Arsa; in particolare, la motivazione per questa escursione è stata la visita alla zona dell'Alpe Tavano, uno degli alpeggi più discosti di questa zona, ormai dimenticato anche dalla mappe più recenti...
Con Andrea e Patrick si parte da Rumianca, possibilità di parcheggio a esempio vicino all'Oratorio di San Marco, ci si porta verso la montagna lungo Via delle Alpi imboccando la stradina all'inizio asfaltata, che sale con diversi tornanti verso Pianezzo dove arriva la condotta dell'acqua prima della discesa verso la piana ossolana.
Si passa da Frasnè e poi intorno ai 570 m. a una curva poco dopo una baita posta sulla sinistra, si segue un sentierino che traversa e poi scende verso I Agalit, in basso a sinistra si vede una baita ristrutturata (foto 10), a monte invece un rudere (foto 12) si segue il sentiero che sale a monte del rudere e poi traversa in piano entrando nella profonda gola scavata dal torrente.
Passato un ponticello si scende al Rio Arsa intorno ai 560 m. qui un tempo era presente un ponte (se ne vedono i resti sulle sponde), ancora riportato sulle mappe, ma sono ormai decenni che non è più presente... comunque il passaggio del torrente normalmente non presenta difficoltà.
Il passaggio della forra dell'Arsa è forse il tratto più interessante del giro... in alto si vedeva anche il maggiociondolo fiorito, che perlomeno conferma il toponimo del luogo, I Agalit...
Giunti sul versante opposto si segue il sentiero in gran parte sempre ben visibile che sale traversando nel contempo verso la Valle del Rio della Porta, si passa dai ruderi dell'Alpe Arsa (toponimo che in verità è riportato solo sulla Carta Tecnica Regionale...), in seguito si incrocia la condotta dell'acqua e si continua arrivando ai prati de Il Motto ca. 1100 m. (la traccia un po' si perde nelle vicinanze dell'alpeggio).
Dopo una breve deviazione rinfrescante alla bella pozza del Rio della Porta, da I Motti si segue il sentiero che sale verso Bongiol sul versante sinistro idrografico del torrente per un breve tratto, poi lo si abbandona per salire nel bosco sulla destra, la traccia riportata sulla cartina in pratica quasi non si trova più, ma non ci sono problemi di orientamento, basta salire il ripido bosco che porta ai prati (in parte ormai invasi dalle felci) dell'Alpe sasso Grande 1375 m. dove due imponenti aceri riparano le baite dal sole.
Si continua salendo il dosso soprastante dove si ritrova una traccia che all'inizio segue la dorsale per poi passare sul versante dell'Arsa, a un certo punto si trova un bivio, i due sentieri sono segnati da tagli col falcetto, (entrambi i percorsi conducono comunque verso Fontana dell'Albi), conviene però seguire la traccia posta più in alto (percorso più diretto), quando il bosco si fa più rado la traccia diventa più esile, ma mantenendosi sempre alla stessa quota si giunge a Fontana dell'Albi 1394 m. grosso alpeggio ormai ridotto a ruderi, salvo una baita ancora agibile, bella vista verso il dirimpettaio Pizzo Camino.
Continuando la traversata, dopo un avvallamento (foto 46) si ritrova una lieve traccia (in estate, con la crescita della vegetazione, è probabile che la traccia non sia più visibile...), si continua salendo per traversare una dorsale e poi si arriva in vista di una crestina rocciosa caratteristica (foto 48) che fa da riferimento per individuare la posizione di Tavano (non disponendo di un binocolo, il teleobiettivo della macchina fotografica aiuta ad averne la conferma...), con percorso scomodo e faticoso si sale infine ai tre ruderi quasi azzerati dell'Alpe Tavano ca. 1600 m. costruiti nell'unico punto che permetteva di avere un certo riparo dalle slavine.
Saliti sul piccolo sperone roccioso (foto 51) si vede il percorso di discesa verso Negarei, in questo tratto si trovano tracce saltuarie e a tratti si procede "a vista", ma con buona visibilità non ci sono particolari problemi di orientamento; si passa da un pianoro coperto da rododendri e mirtilli chiamato pian dul balord (piano del balordo...), uno dei tanti toponimi dialettali locali che non saranno mai riportati sulle cartine, e di cui gli escursionisti di solito non hanno notizia... (notizia saputa, in questa occasione, al circolo di Rumianca visitato per l'usuale pausa birra di fine giro...).
Poggiando infine sulla sinistra si incrocia il sentiero segnalato che scende dall'Alpe Pian Lago e si arriva a Negarei 1430 m. dove spiccano i grossi muri paravalanghe, l'alpeggio come capita sovente, nel tempo ha cambiate diverse volte il nome (sulle mappe), passando da Negarè a Nagarci e poi a Negarei...
Per il ritorno a valle si segue il sentiero segnalato che, dopo il guado dell'affluente principale del Rio Arsa, scende lungo il versante sinistro orografico della valle, il percorso si svolge in gran parte nel bosco con minime vedute panoramiche, ma il percorso è comunque piacevole e in breve si giunge a Mazzucchero inferiore 980 m. (qui fa bella mostra una pianta di noce di notevoli dimensioni...), da dove si scende alla condotta dell'acqua che si percorrerà fino alla zona di Pianezzo.
Con belle vedute panoramiche verso il versante opposto della valle, si passa sotto una bella e caratteristica cascata (piccolo doccia obbligatoria...) e si giunge alle costruzioni dove si trova la vasca e dove la condotta scende verso la piana ossolana, da Pianezzo 870 m. si segue il percorso per l'Alpe Gravellona 655 m. qui il sentiero segnalato scende verso Loro, cerchiamo invece il sentiero segnato sulla mappa che sulla destra ritorna verso Rumianca.
All'inizio si trovano due ometti e la traccia è abbastanza visibile, poi si perde nel bosco, comunque come riferimento c'è sempre la condotta che si raggiunge (senza mai oltrepassarla), per un paio di volte per infine sbucare sulla stradina seguita all'andata del giro (questo percorso è sconsigliabile in salita), ritornando così a Rumianca dove pare che ogni abitazione abbia un cane (alcune anche due...), e naturalmente al passaggio di alcuni estranei si innesca un "concerto" per tutto il paese...
Tempo per questo giro, circa 8 ore.
Giugno 2016 - Difficoltà EE
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