Ritorno dopo qualche tempo nella bella e interessante Valle Duggia per un giro "invernale" visitando alcuni alpeggi abbandonati posti sui versanti della valle laterale dove scende il Rio di Vazzosa, versanti che in alto raggiungono la cresta tra il Castello di Gavala, Il Massale e La Res.
Si tratta di una zona orograficamente non proprio correttamente rappresentata sulla carta IGM e conseguentemente sulla carta Svizzera CNS, ma anche qui viene in aiuto l'ottima carta catastale che riporta anche alcuni vecchi sentieri che cercheremo di rintracciare e seguire (anche se, in presenza di neve, la cosa non è sempre agevole).
Con Andrea partiamo dallo spiazzo accanto alla sterrata (poche possibilità di parcheggio) poco prima della Malga dla Rola seguendo inizialmente il percorso segnalato 729 che sale all'interessante Miniera della Balma (vedi : questa pagina), superato il Ponte della Gula (sotto al quale scende impetuoso, e in questa occasione anche con abbondante acqua, il Rio di Vazzosa), lasciamo il sentiero segnalato per continuare invece sulla destra dove il sentiero (non segnalato, ma per un buon tratto evidente e anche in buone condizioni), sale per poi scendere a guadare il Rio di Vazzosa (con molta prudenza in questa occasione, dato che le rocce erano ricoperte da uno strato di verglas), per continuare la salita lungo il versante idrografico opposto.
Si trova una passaggio attrezzato (con cavetto elettrico e una larga fettuccia, anch'essa gelata...) che permette di superare un breve salto di roccia e poi il sentiero prosegue entrando nella valle, con percorso piacevole, sia per l'ambiente ma anche per l'arrivo del tiepido sole invernale, passiamo presso un piccolo rudere e a un bivio (a destra probabile sentiero che saliva ad Aunicia), seguiamo la traccia che sulla sinistra traversa il Croso della Guletta per arrivare infine nella vasta area dell'Alpe Vazzosa 1020 m. che era costituita da numerosi edifici divisi in tre gruppi principali.
La zona dell'Alpe Vazzosa si presenta attualmente come una estesa e piacevole area boscosa, si può solo cercare di immaginare come poteva essere ai tempi con i prati che circondavano l'alpeggio...
Continuando il percorso raggiungiamo i ruderi dell'Alpe Eur dal Bo 1202 m. (può essere che il toponimo corretto sia il più classico Ör dal Bo...) e in seguito la traccia gradualmente scompare; essendo interessati a visitare anche il remoto Alpe Pianone di sotto, dopo un tratto sempre sulla sinistra idrografica del Rio di Vazzosa, scendiamo al canale in un punto favorevole (comunque piuttosto scomodo...), e poi saliamo il versante opposto che si presenta piuttosto ripido e dove troviamo anche la prima neve gelata che ha richiesto l'uso dei ramponi (in questa occasione, per sicurezza, avevamo portato anche le racchette da neve che però non abbiamo usato).
Tenendo come riferimento la carta catastale raggiungiamo i miseri ruderi di Pianone di sotto 1310 m. posto comunque in
posizione aperta e panoramica verso la dirimpettaia cima della Res; per raggiungere l'alpeggio superiore traversiamo il canale presente a nord cercando il percorso più logico e raggiunto il versante opposto saliamo trovando anche a tratti quello che pareva essere il vecchio sentiero, arriviamo in vista del baitello riattato ma prima di raggiungerlo traversiamo in salita sulla destra fino al caratteristico poggio panoramico dove si trova la stalla del Pianun a 1464 m.
Notevole la posizione di Pianone di sopra, dove ai tempo portavano anche le mucche che, già
dalla fine dell'ultima guerra venivano portate da alpigiani di Morca scavalcando il Colle di Vazzosa (come viene ricordato nel bel libro "Vita e storie di un paese di montagna" di Giovanni Rossi); per questa zona vedi anche su : ItinerAlp.
Dalla stalla torniamo verso il nucleo di Pianone di sopra col baitello riattato da dove bisogna traversare tutto il variegato versante che, passando da Borghetto, raggiunge il percorso del sentiero 729; nonostante la presenza di un vecchio sentiero riportato dalla carta catastale, non è facile capire dove si deve traversare, più che altro per la presenza della neve che nasconde le eventuali tracce rimaste e spinge a cercare zone in apparenza più comode rispetto ad altre dove magari passava
proprio il vecchio sentiero...
Dall'alpe scendiamo a traversare il canale successivi in un punto favorevole al di sotto della zona rocciosa, passati sul versante opposto traversiamo con alcuni tratti in salita cercando appunto il percorso migliore che conduce a una selletta su un'ultima dorsalina (foto 72 e 73), e arriviamo cosi all'Alpe Borghetto 1448 m. che era composto da tre costruzioni nei
pressi di una caratteristica roccia (altri ruderi sono presenti più in alto su questa dorsalina).
Rimane un ultimo canale da traversare, e tenendo conto sempre del sentiero catastale, scendiamo al canale che raggiungiamo al di sopra di un salto, e riusciamo (grazie a un provvidenziale cespuglio di ontanelli al quale ci si poteva aggrappare...), a salire sul versante opposto, ancora un traverso in salita e finalmente arriviamo all'ultima costa dove passa il sentiero 729 che seguiamo fino al Ponte della Gula e poi alla
Malga dla Rola, accolti e accompagnati, dagli abbaianti cani maremmani di guardia al di là del recinto.
Per questo giro, circa 7 ore.
Dicembre 2022 - Difficoltà EE (percorso "invernale" impegnativo).
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