Ritorno nella Valle dell'Isorno per una visita agli alpeggi posti sul versante nord della valle dove scorre il Rio Fenecchio, su sentieri e mulattiere in parte dimenticati, visitando alpeggi ormai nascosti dal bosco, alpeggi che un tempo erano importanti per l'economia della zona.
Molto bella la mulattiera che porta verso l'Alpe Coloro... in realtà questa un tempo era la strada principale per raggiungere la zona di Salè, non a caso sulla vecchia Mappa Rabbini, questo percorso è chiamato "la strada di Salè"...
Interessante la visita ai tre nuclei dell'Alpe Paiosa... dalle dimensioni delle baite e dal numero di esse, si capisce quanto fosse "vissuta" questa zona un tempo, dalla data incisa sull'unica iscrizione trovata in zona (a Paiosa di dentro), e da quella sul bell'affresco di Carvirone, si deduce che la costruzione di questi alpeggi risale alla fine del 1700.
Ogni alpeggio ha uno o più caratteristici aceri che fanno ombra... (molto belli in particolare, quelli di Paiosa), una escursione piacevole anche se il meteo non era dei migliori, e nonostante la presenza di numerose zecche... queste ultime "raccolte" anche per i numerosi tratti dove si cammina tra le felci e la vegetazione..
Con Andrea partiamo dal bel paesino di Altoggio in direzione della Cappella di Cimavalle 747 m. dove il sentiero scende fino a 600 m. per superare sul Ponte del Diavolo la caratteristica gola dove scorre il Torrente Isorno.
Si risale il versante opposto passando dai primi ruderi di Aulogna (interessante il rudere con Cappella incorporata, foto 12), e si giunge ad Aulogna 924 m. dove passa il grosso tubo della condotta d'acqua, qui si lascia il sentiero segnalato per traversare sulla destra dove, scendendo nel bosco si trova il sentiero segnato sulla cartina Svizzera che traversa il ripido versante sopra i salti rocciosi sul Fenecchio, proseguendo diventa sempre più evidente una notevole e interessante mulattiera, la strada di Salè (così chiamata sulla Rabbini), che un tempo era proprio il percorso principale che portava appunto alla zona di Salè.
Si giunge all'Alpe Coloro di fuori ca. 1300 m. qui si lascia il percorso della mulattiera per traversare poco al disotto della quota dell'alpe dove si ritrova la traccia del sentiero per Paiosa; il percorso non è sempre evidente, bisogna comunque rimanere più o meno alla stessa quota (in questa zona, i sentieri sono segnati con una ottima precisione sulla cartina Svizzera...).
Lungo tutto il traverso si aprono belle vedute sul selvaggio versante opposto, e si giunge all'Alpe Paiosa di fuori 1260 m. dopo l'interessante e doverosa visita all'alpeggio, si continua seguendo la traccia che traversa e poi sale al nucleo di Paiosa di mezzo 1339 m. (in caso di incertezze lungo il percorso, fare sempre affidamento al tracciato segnato sulla cartina Svizzera...).
Da Paiosa di mezzo si continua rimanendo all'inizio sempre più o meno alla stessa quota, si traversa una zona tra grossi larici e massi coperti in parte di muschio, ambiente interessante che però non permette una progressione veloce, e si arriva a Paiosa di dentro 1380 m.
Dopo la visita al corposo alpeggio, dove troviamo l'unica incisione (del 1758) su un sasso di una baita, il meteo procede verso il peggioramento annunciato... si sente la caratteristica "aria" che precede l'arrivo della pioggia, comunque procediamo col percorso previsto, la traccia è sempre meno evidente, mentre si trovano numerose tracce di passaggio di animali che seguiamo, anche se non sono proprio sul percorso del vecchio sentiero.
Ci avviciniamo al canale dove scorre il Rio Fenecchio, canale che raggiungiamo dopo un ultimo tratto in salita, sul versante opposto il ripido canale erboso in parte franato che sale verso Pianezza (Pinezza sulle mappe più recenti...), ma a questo punto inizia a piovigginare, e vista l'ora, e visto anche che le nuvole si stavano anche abbassando coprendo le cime circostanti, decidiamo di ritornare a Paiosa.
La Cartina riporta un sentiero che, da sopra le baite di Paiosa di fuori, traversa e poi sale verso Carvirone; la traccia la si trova solo in qualche breve tratto, ma dando sempre un'occhiata alla cartina, non ci sono particolari difficoltà, si sale su terreno ripido per uscire sui prati inferiori di Carvirone ormai invasi dalle felci, un'ultima risalita e si giunge sulla dorsale dove si trovano le baite dell'Alpe Carvirone 1466 m. posta in bella posizione, con vista verso La Scheggia.
A Carvirone, da segnalare l'affresco datato 1743, e sul davanzale di una finestra, un vecchio vaso di fiori in legno, bellissimo... oltre agli immancabili maestosi aceri.
Qui il sentiero "ufficiale" scende sul versante opposto verso Cippata, in questa occasione seguiamo invece la dorsale che sale al dosso erboso del Monte Navone 1602 m. da dove (con buona visibilità) si ha una bella visto verso la piana di Domodossola.
Per il ritorno si segue a tratti la dorsale e a tratti il versante di Fenecchio, il sentiero è visibile solo parzialmente, si trovano anche saltuari segni di vernice, ma senza particolari difficoltà si scende passando da Quartirasco e scendendo poi sulla sinistra in un piacevole e caratteristico bosco di rovere; si ritorna così ad Aulogna a dalle capre che stazionano in loco...
Lungo il sentiero percorso all'andata si scende al Ponte del Diavolo, dove un'ultima risalita riporta ad Altoggio dove, come capita a volte al termine di un giro col meteo incerto, splende il sole.... ma non ci sono rimpianti, visto che le nuvole erano ormai scese a coprire i versanti visitati.
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