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Alpe Forno - traversata dal Culet a Pianezza...


    Visita ai resti del baitino del Forno, traversando dal Culet a Pianezza...

 Domodossola > Valle Antigorio > Premia > Cagiogno.

 

 Per il progetto di una "alta via" che traversa a mezzacosta il selvatico e affascinante versante sinistro orografico della Valle Antigorio, rimaneva ancora un ultimo tratto da percorrere, la traversata del Vallone del Forno dove scende il Rio degli Orti, ed era anche l'occasione per cercare uno degli alpetti forse meno visitati e conosciuti in Antigorio (salvo naturalmente per la gente del posto), l'Alpe Forno...

le belle rocce della Valle Antigorio...

 Ma il principale motivo di interesse in questa escursione, era andare a visitare quello che resta del baitino del Forno, il baitino è legato alle tragiche vicende dell'inverno del 1933 quando otto giovani contrabbandieri delle frazioni di Premia e Crodo furono travolti da una valanga proprio qui nel Vallone del Forno, i corpi furono poi ritrovato dopo lunghe ricerche...

   Bibliografia :

 1933 - 2013 Otto ottant'anni dopo (ancora tra noi) - di Ferruccio del Zoppo (il libro era reperibile anche presso l'Albergo Minoli a Premia).

   Su La Stampa : Link

 

 La giornata (come da previsioni), è stata molto "umida"... ma la montagna può essere apprezzata in tutte le varie condizioni metereologiche, e in questa occasione in particolare, la visione degli impervi versanti rocciosi superiori che la nebbia a tratti lasciava intravedere, era veramente suggestiva... e la montagna era anche "colorata" con le prime tonalità autunnali...
 La zona era stata comunque già visitata in una bella giornata, in discesa, durante il giro al Pizzo di Bronzo e al Pizzo del Forno : Link.

  - Toponimi...

 Guardando sulla Mappa Rabbini, si nota che il Rio degli Orti era chiamato Rivo d'Ajord... (lo stesso toponimo è riferito a un gruppo di baite nei pressi di Diogna), forse la "traduzione" in italiano fatta negli anni successivi non è proprio corretta...

 Con Andrea partiamo da Cagiogno 722 m. (poche possibilità di parcheggio) e saliamo lungo la mulattiera che conduce all'Alpe Bee 1297 m. dove si trova un masso con la targa a ricordo dei ragazzi travolti dalla valanga nel vallone dove siamo diretti; si sale tra le baite (attualmente non ci sono indicazioni) raggiungendo la balma soprastante, si lascia il sentiero segnalato sulla destra per salire lungo la traccia sulla sinistra che porta alla dorsale dell'Alpe Moncucco 1418 m. (Monchucco sulla Rabbini...), il sentiero continua la salita verso la zona del Culet (colletto) dove, in alto vicino alla parete rocciosa, si trova un piccolo rudere a ca. 1550 m. (per questa zona, vedi anche la seconda parte del giro all'Alpe Pescia e Rio d'Alba percorso la settimana precedente : Link).

ai ruderi del Baitino del Forno....
Link alla cartina ↓
mappa

 In questa zona terminano le tracce di sentiero, durante la traversata verso Forno non abbiamo trovato tracce evidenti della presenza di un vecchio sentiero (che certamente era presente un tempo...), ma questo tipo di terreno, con vegetazione rigogliosa, tratti con massi e rododendri, non ha permesso che rimanesse una traccia, si trovano solo saltuarie tracce di animali che conviene seguire.

 Dalla zona del Culet si traversa il versante verso nord prima in piano, poi si inizia gradualmente a salire cercando il percorso migliore, nei tratti con erba si trovano tracce di passaggio degli animali che naturalmente seguiamo, tenere conto che si deve salire per quasi 300 metri di quota.

 Si traversano un paio di canalini poco accentuati, il terreno è abbastanza "scomodo" con tratti tra massi che in questa occasione, essendo bagnati, erano molto scivolosi... si raggiunge la zona dove scende un canale più "importante" che si può traversare a circa 1830 m. dove conduce la traccia; a questo punto, anche per la mancanza di informazioni certe (e corrette...) sull'ubicazione dell'Alpe Forno, saliamo la costa seguendo sempre le tracce degli animali tra gli scomodi ontanelli, raggiungendo i pendii superiori dove si trovano le giavine, fin verso i 2000 m. ma non era la zona giusta... e dopo qualche girovagare tra massi scivolosi, cercando i passaggi per superare i canali presenti, raggiungiamo in discesa la zona del baitino del Forno a 1850 m.

 In pratica, arrivando dal Culet e giunti al passaggio del canale a 1830 m. si deve semplicemente traversare il versante e in breve si raggiunge l'Alpe Forno... (vedi la foto 53 dove si nota anche la traccia che traversa), se si arriva invece da Pianezza (percorso certamente più agevole), dall'alpeggio si entra nella valle seguendo il sentiero che è presente solo per un tratto, saliti oltre il limite della vegetazione arborea si traversa gradualmente verso destra (sud) in direzione del canale, tenendo presente che il riferimento è la quota del baitino, 1850 m.

 Come scritto sul "libro del baitino" (che riporta pochissime visite...), un tempo era presente una vera e propria baita costruita al riparo di un enorme masso, poi in conseguenza dell'alluvione del 1987, il territorio si è modificato indebolendo i ripari naturali, e così nell'inverno successivo una valanga ha travolto il baitino distruggendo il tetto, e portando più a valle le travi e le piode...

 Ora è rimasta solo la classica balma con i muretti laterali, e anche qui, come all'Alpe Bee, è stata posta (nel 2013), una targa a ricordo dei ragazzi scomparsi nell'inverno 1933. Come scritto all'inizio del libro del baitino : "Ricordiamo di non dimenticare, non dimentichiamo di ricordare..."

 Nelle vicinanze si vedono anche i resti di un paio di piccoli ricoveri, l'Alpe Forno era uno dei 13 alpeggi comunali di Premia (e certamente era anche il più povero...), alpeggi che venivano dati in concessione col sistema dell'incanto utilizzando il candélin, metodo usato in Ossola per cui era valida l'ultima offerta al rialzo prima dello spegnimento della candela...

 Dall'Alpe Forno scendiamo traversando lungo il versante che scende dalla cresta che sale da Pianezza, in seguito si trova il sentiero che conduce al bel poggio panoramico dell'Alpe Pianezza 1666 m. da dove si scende alle baite inferiori e poi, lungo un bel sentiero nella faggeta, si arriva a un bivio segnalato, a destra (nord) si va verso Cristo, traversiamo invece in direzione opposta raggiungendo il Rio degli Orti e poi Boschetto, infine ritorniamo a Cagiogno lungo la mulattiera.

 Da Cagiogno al Culet, circa 1 ora e 40 minuti.

 Dal Culet al passaggio del canale a 1830 m. circa 1 ora e mezza.

 Dall'Alpe Forno a Cagiogno via Pianezza, circa 2 ore e mezza.

    Ottobre 2018 - Difficoltà EE

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