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Alpe Alcól (Alpe Colla - Valle del Fenecchio)

  Nella Valle del Rio Fenecchio : all'Alpe Alcól (Alpe Colla)...


   Difficoltà EE

 Domodossola > Pontetto > stradina per la Centrale Ceretti (in parte sterrata).

 

 Ritorno sui solitari versanti che scendono verso il Rio Fenecchio, rio che poi si unisce all'Isorno; sul versante che sale dall'Alpe Nezza era rimasto ancora un alpetto da cercare, l'Alpe Alcól ("Al Colle" così era chiamata in passato, come ricordano le vecchia mappe), l'Alpe Colla (uno dei toponimi più diffusi riferiti agli alpeggi...).

 Un giro adatto ai (pochi) amanti di questo genere di percorsi, cercando le tracce dei vecchi sentieri in un ambiente a volte "scomodo" ma nel contempo anche gratificante, in luoghi dove certamente non si incontrerà nessuno...

all'Alpe Alcol...

 L'Alpe Nezza l'avevo già visitata in precedenza due volte, in : questo giro, e poi durante la lunga salita alla Scheggia (link), in entrambi i casi per arrivare all'inizio del sentiero per Nezza avevo sempre traversato sul fianco sinistro idrografico della valle, questo versante però, anche a causa delle frane, non è più molto "agevole".

 Ora si deve traversare alcune volte il Rio Fenecchio (attualmente il percorso è evidente, una sorta di "tunnel" tra l'intricata boschina creata dalla Buddleja), ma in caso di acqua alta i guadi possono essere poco agevoli, in questa occasione con Andrea e Patrick, seguiamo un percorso alternativo cercando la traccia di un sentiero ancora segnato sulle mappe che traversa su una cengia lungo il versante destro idrografico fino a Mulera.

Link alla cartina ↓
mappa





 Dalla Centrale Ceretti si segue il sentiero fino al comodo ponticello con le pietre (foto 1), superato il Rio Fenecchio si vede sulla sinistra un varco tra la vegetazione e si sale il ripido pendio (le pietre sono tutte instabili...), per alcune decine di metri, poi si traversa sulla destra (est) raggiungendo una stretta cengia purtroppo infestata dai rovi (ma solo per un breve tratto...), in seguito si esce su un pendio più aperto e traversando il ripido versante lungo una lieve traccia, si giunge a Mulera.

 Da Mulera si segue il sentierino che scende al torrente che si guada senza problemi (se non c'è troppa acqua...), si prosegue per un tratto lungo il versante sinistro idrografico della valle e poi si sale lungo il sentiero sempre evidente (salvo un tratto in cui la traccia un po' si perde), che conduce all'Alpe Nezza 1034 m. dopo una visita alle baite (sempre bello rivedere l'affresco che adorna una baita), traversiamo in leggera salita per raggiungere le baite riportate sulla mappa a quota 1092 m.


   Alla base dell'affresco di Nezza, si riesce ancora a leggere (parzialmente), una scritta con la data, risalente al 1656...

   " Giovanni Mate (?) di Gionio (?) a fatto fare 1656"
1656

 Riprendendo la salita si traversa sulla sinistra ritornando sulla dorsale che conduce nella bella faggeta verso il primo gruppo di baite dell'Alpe Foiata 1217 m. traversando in leggera salita verso est si arriva al nucleo più interno a 1257 m. qui troviamo una traccia ben evidente (almeno per un primo tratto), che traversa salendo nel contempo il versante, in seguito il sentiero si fa meno evidente fino a scomparire.

 Continuiamo cercando di seguire il percorso più logico, e si giunge sotto a un versante roccioso che si costeggia alla base scendendo verso una zona dove si trova l'acqua (forse una vecchia sorgente), giunti sulla dorsalina successiva il percorso tende ancora a scendere e ci rendiamo conto di avere seguito il sentiero "basso" riportato sulla vecchia carta Siegfried (percorso che poi dovrebbe salire verso il Pizzo Locciabella).

 Ci troviamo proprio sulla dorsale che sale verso la nostra meta, e allora saliamo direttamente il pendio, ripido ma senza difficoltà, fino alla base di una paretina dove si trova una piccola grotta (foto 39), sulla sinistra una rampa (foto 40) porta a un piccolo colletto che permette di accedere alla parte superiore della crestina con un passaggio esposto che richiede attenzione...

 Continuando la salita con percorso panoramico si giunge al dosso dell'Alpe Alcól 1589 m. costruita nell'unico luogo al riparo dalle slavine su questo ripido versante, qui si può anche arrivare scendendo dall'alto, prima di raggiungere la quota 1738 m. lungo la cresta che sale dall'Alpe Foiata (cresta percorsa durante la salita alla Scheggia : link).

 Dopo una sosta al sole, ridiscendiamo qualche decina di metri (durante la salita abbiamo individuato il giusto sentiero che portava all'alpe...), il riferimento è il gruppo di alberi visibili nella foto 50; il sentiero è ancora abbastanza evidente, almeno per un buon tratto, poi nel bosco la traccia diventa meno visibile, si trovano comunque alcuni vecchi tagli (ora ce ne sono altri nuovi...) che aiutano nell'orientamento, bisogna in particolare intuire quali sono i tratti che scendono più direttamente...

 Si supera una fascia rocciosa traversando alla sua base e poi si arriva nella faggeta nella zona di Foiata dove la traccia scompare, cercare questo sentiero all'andata può essere complicato, bisogna comunque traversare circa 50 metri più in alto della baite di Foiata 1257 m.

 Ridiscesi a Nezza si ritorna lungo il percorso seguito all'andata.

  Per questo giro, circa 7 ore. Novembre 2016

immagini ↑→  



vista dall'Alpe Alcol...

tracce del Passato...

nella faggeta...


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