Una visita alla bella Val Mondelli (in una giornata meteorologicamente molto piacevole), con l'obiettivo principale di vedere un piccolo "gioiello" custodito all'Alpe Predenon, una meridiana incisa sulla roccia che è un esempio forse unico del suo genere in Ossola...
Con Fiorenzo saliamo in Valle Anzasca e dopo aver superato la nuova galleria dopo Ceppo Morelli, deviamo per il bel villaggio di Mondelli 1181 m. (parcheggio), traversato il paese proseguiamo lungo il sentiero segnalato per il lontano Passo Mondelli, a un bivio lo abbandoniamo per proseguire sulla sinistra verso la cascata del Rio Mondelli, in zona si poteva ammirare una estesa fioritura di Maggiociondoli, e nell'aria si sentiva il loro piacevole profumo...
Si traversa sul ponte (doccia assicurata...), stando attenti a non scivolare in particolare sulle travi bagnate del ponte, tenendosi al (traballante...) corrimano, poco dopo si passa presso la baita inferiore di Ai Sas (toponimo riportato solo dalla Mappa Rabbini), si sale nel bosco lungo una incerta traccia e alzandosi sulla sinistra si giunge presso un tratto costruito ed evidente del vecchio sentiero (foto 13) che porta alla baita superiore di Ai Sas 1460 m.
Si ritorna lungo il percorso seguito in salita e prima di scendere nuovamente al ponte (ora illuminato dal sole), si può traversare per ammirare da vicino lo spumeggiante Rio Mondelli; tornati al sentiero segnalato si risale nel bosco uscendo poi, su terreno più aperto, all'Alpe Cortevecchio 1476 m. guardando indietro, in direzione opposta si può ammirare l'interessante versante di Lavanchetto, visitato durante alcuni precedenti giri, : link.
(Durante la salita, ci rendiamo conto che la quantità di acqua presente nel Rio Mondelli e nei torrentelli laterali è ancora notevole, e come anche confermato da una gentile signora incontrata a Cortevecchio, guadarlo è un problema, e allora rinunciamo alla prevista visita all'Alpe Crose).
Dall'Alpe Cortevecchio si continua la salita giungendo a un canale dove era presente la tipica neve di inizio estate delle slavine, il passaggio appare problematico per il fatto che si dovrebbe "saltare" per riuscire a passare sul versante opposto, e
per questo bisogna portarsi sul bordo della neve, cosa sconsigliabile... dopo una deviazione salendo in alto sul fianco del canale alla ricerca di un improbabile passaggio, ritornando in basso si nota che sotto il tratto superiore, della slavina è presente una "apertura" che sembra permettere di scendere e traversare al di sotto della neve...
Certamente non è una cosa che si può consigliare... prima o poi la neve cederà e il rischio oggettivo è notevole (specialmente vedendo poi che c'era solo una lingua di neve pressata in alto che sorreggeva il tutto...).
Uscito dal "sottopassaggio" si risale sul versante opposto, e con piacevole
percorso tra i larici e i rododendri fioriti si giunge all'Alpe Predenon 1831 m. (Alpe Predno sulla Rabbini, questo è il nome originale e corretto; è chiamata anche Predinone).
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