(Megolo di Mezzo) - Cortavolo - Castello - Pian degli Elbi - cresta del Monte Turi - Valle dell'Inferno - Camoi - salita alla cresta Turi/quota 1939 m. - Monte Turi (Pizzo di Beoli) - Alpe Rosso - Il Ballo - Castello - Cortavolo.
Dalla Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo a Megolo di mezzo si segue una stradina asfaltata (cartelli indicatori) che porta a Cortavolo 350 m. in zona i ruderi di alcune baite, all'inizio del sentiero per Castello, si può notare il caratteristico architrave in sasso tipico delle costruzioni Walser della zona di Ornavasso, qui si trova la Cappella della Madonna della pace.
- Cortavolo è il punto di partenza/arrivo del : Sentiero Beltrami.
Con Andrea seguiamo il sentiero (cartello indicatore) che sale a Castello sbucando prima sulla stradina che si percorre per un tratto, giunti a Castello 705 m. si segue per un breve tratto il sentiero Beltrami che poi si abbandona per salire direttamente nel bosco; all'inizio non ci sono indicazioni o tracce, poi si trova un sentierino (ci sono anche tagli e alcuni segni di vernice verde) che sale a tornanti tutto il versante boscoso verso Pian degli Elbi.
Più in alto ci si porta sulla destra vicino al canale che scende a fianco della Cima della Pioda, più in alto la traccia diventa poco evidente, ma senza problemi si esce sul pianoro imboscato di Pian degli Elbi ca. 1200 m.
(Nel giro precedente verso la cresta Monte Turi - Monte Crotta, vedi questa pagina, eravamo giunti qui passando da Loraccio).
Come per il giro precedente, saliamo il caratteristico "imbuto" verso ovest che porta alla cresta del Monte Turi, che però non raggiungiamo, ma traversiamo sulla sinistra (sud-est) anche per cercare eventuali tracce del vecchio sentiero, che però in questo ambiente con bassa vegetazione, è molto improbabile che fossero rimaste...
Ci si dirige verso la dorsalina [foto 13 e 15] ben visibile anche dalla cresta del Monte Turi, il primo tratto del traverso è abbastanza scomodo a causa della vegetazione invadente (questo primo
tratto del traverso si potrebbe anche evitare seguendo la cresta verso il Turi e scendendo il ripido pendio...).
Giunti sulla dorsalina si prosegue traversando in discesa e mantenendosi vicino al versante di roccia ed erba sulla destra, qui nel bosco la visibilità è scarsa, comunque si giunge su una selletta (passaggio obbligato), posta su uno sperone (che scende, roccioso, sulla sinistra), e ci si affaccia sulla bella e impervia Valle dell'Inferno.
Qui siamo a circa 1500 m. e la vecchia cartina indica che il sentiero scendeva lungo il ripido versante boscoso per circa 150 m. nel primo tratto si trovano alcuni probabili "segni" del vecchio sentiero... si scende prima sulla sinistra, poi ci si porta gradualmente sulla destra in direzione di una dorsale boscosa che però è preceduta da una paretina di roccia ed erba dall'aspetto poco invitante e apparentemente impossibile da superare... ma avvicinandosi (intorno ai 1340 m. di quota), vediamo che siamo sul giusto percorso, e il versante si può risalire [foto 22 e 24].
Anche qui sembra di vedere qualche traccia del sentiero (ma è passato veramente molto tempo da quando i boscaioli passavano di qui...), questo versante franoso di erba e rocce rotte non è molto rassicurante (sotto al terreno si vedono delle grosse cavità), e anche per questa ragione decideremo poi di non ritornare per questo percorso...
Arrivati sulla dorsale, si ritorna nel bosco e si continua a traversare cercando il percorso migliore (senza mai scendere di quota), si passano un paio di canalini e poi dopo un tratto in salita un po' "intricato" tra i cespugli, troviamo finalmente il tratto più evidente (e inconfutabile) del vecchio sentiero [foto 31], si prosegue scendendo nel bosco e arrivando finalmente a un piccolo pianoro dove si trovano i ruderi di Camoi ca. 1280 m.
Da Camoi traversiamo ancora per un tratto verso il profondo canale del Rio di Camoi (toponimo riportato dalla Mappa Rabbini), qui saliamo il versante verso la cresta Turi-Crotta, si procede tra arbusti, roccette e tratti nel bosco passando prima da un piccolo pianoro dove si trovano resti di muretti [foto 39].
Si continua la salita con la presenza in alcuni tratti delle piante che impediscono la visuale della parte alta, e allora si sale cercando il percorso migliore; in alto il terreno si fa più impegnativo per la presenza di alcune piodate [foto 42 e 45], e infine si esce sulla cresta vicino a un caratteristico spuntone roccioso [foto 46], non siamo però ancora sulla cresta principale, che si raggiunge traversando ancora tra rododendri e arbusti.
Proseguiamo lungo la cresta salendo al Monte Turi 1673 m. dal quale vediamo in basso, sul versante ovest, il prato dell'Alpe Rosso; la cartina segna un sentiero che dall'alpe sale al Turi (sentiero che però non abbiamo trovato...), scendiamo il ripido pendio erboso traversando nel contempo sulla sinistra (dalla cima si vedeva anche una giavina, utile come riferimento, la si deve raggiungere), più in basso si entra nel rado bosco e si scende sempre traversando verso ovest (se si scende tenendosi troppo sulla destra, si rischia di finire nei canali sottostanti, da dove sarebbe più impegnativo traversare).
Tempo per il giro descritto, 7/8 ore.
Percorso impegnativo - Maggio 2016
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