Torna alla Home Page

Alpaia e dintorni...

 
   Visita ad Alpaia e dintorni...

 Rivasco - Case Cini - Il Pajà - Pioda di sotto - La Pioda - Il Court del Frè - Baita a 1780 m. - Alpe Croce - Foppiano - Rivasco.

 Domodossola > Valle Antigorio > Rivasco.

  Difficoltà EE (Tempo per il giro descritto, circa 6 ore).

  Luglio/Agosto 2016
vista dal versante opposto...

 Dopo gli anni passati alla ricerca e alla visita di tutti i (numerosi) alpeggi della Valgrande, esaurita (?) questa ricerca, fortunatamente ci sono altre zone dove, sia pure in misura minore, si possono fare escursioni di questo tipo, che spesso personalmente ritengo siano ben più interessanti di una salita a qualche cima...


 Una di queste zone è il versante sinistro orografico della Valle Antigorio, dove ci sono alcune aree dove sono presenti degli alpetti dimenticati da tempo... (vedi a esempio : questa pagina); in particolare il versante sopra l'abitato di Case Cini e Rivasco (quello verso il confine Svizzero), è forse il più interessante, un versante che sembrava veramente poco adatto per costruirci degli alpetti; questa è certamente una delle zone meno visitate dagli escursionisti e per la quale non vi erano informazioni, anche per questa ragione la visita di questa area è stata molto interessante...

 Oltre alle grandi pareti ben visibili, ci sono altri tratti rocciosi parzialmente nascosti dal bosco che rendono complicata la percorrenza di questa zona, vedi la foto 1 e l'immagine in fondo a questa pagina.

 Le mappe attuali riportano solo il generico toponimo di Alpaia per questa zona, ma come al solito viene in aiuto la Mappa Rabbini del 1867 dove sono presenti quasi tutti i nomi dei vari alpetti; naturalmente sono fondamentali le informazioni raccolte in loco, senza le quali sarebbe occorso più tempo e altre uscite per venire a capo di questa zona...

   - Toponomastica :

 Il toponimo Alpaia non sembra avere riscontri attendibili, sia sulle vecchie mappe che tra la gente del posto, probabilmente si tratta della solita "italianizzazione" dei nomi dialettali... derivando da Il Pajà che però non si riferisce a tutta la zona, ma solo a una piccola area a circa 1280 m.

 I nomi attribuiti ai vari alpetti li ho ricavati appunto dalla loro posizione sulla Mappa Rabbini, che però non è completa perché mancano due alpetti, quello a 1380 m. sul versante sud-ovest e quello più in alto a 1780 m. (la Rabbini risale al 1867, un'altra ipotesi potrebbe anche essere che qualche baita sia stata costruita successivamente alla realizzazione della Mappa...).

 Il Court del Frè ritengo sia quello a 1726 m. perché è il più importante (con due baite, e i pascoli più estesi), perciò più adatto per essere considerato un Corte...

 La gente del posto chiama genericamente La Pioda la zona sopra la grande parete rocciosa, la parete invece è chiamata Mittag blattu in lingua Walser perchè guardandola frontalmente verso metà giornata risulta illuminata dal sole di mezzogiorno... le mappe riportano anche I Crosei (i Croselli) nella parte bassa, la zona però è stata fagocitata dalla cava ora dismessa... lì comunque ho trovato dei muri perimetrali (dove era stato installato un serbatoio...), che potrebbero essere proprio quello che rimane dei Crosei, vedi foto 43 della seconda galleria.

 Altre mappe riportano I Croselli più in alto di quota non lontano dalla parete rocciosa, qui non ho trovato ruderi, però sono presenti alcune balme...

 Da Rivasco si scende verso il Toce che si traversa sul ponte verso il piccolo borgo di Case Cini 850 m. si segue la stradina sterrata sulla sinistra che costeggia il Toce portandosi presso un gruppo di baite (foto 5), qui si traversa sulla destra al limite del bosco e raggiunti i successivi ruderi (foto 6) si entra nel bosco sulla sinistra dove si trova un sentiero che sale uscendo su una stradina di servizio delle cave che si segue sulla destra fino al termine, presso una cava ora dismessa (foto 7 e 8).

 Alla destra (sud) del serbatoio si entra nel bosco dove una lieve traccia porta a un canalino, qui una scaletta di ferro aiuta a superare un piccolo salto che porta a una giavina di grossi massi, la si risale lungamente in direzione della parete rocciosa visibile in alto.


ruderi dimenticati...

 In questa occasione sono risalito fino alla base della parete a circa 1200 m. per poi traversare sulla sinistra (nord) per raggiungere un ripido canale boscoso che è l'unico passaggio in questa zona che permette di superare il roccioso versante; si risale e appena possibile si traversa sulla dorsale alla sinistra, in breve si raggiunge il piccolo pianoro de Il Pajà ca. 1280 m. dove si trova anche una balma.

 Da Il Pajà si continua la salita, qui il sentiero è ancora abbastanza evidente, si trova anche qualche taglio e nei punti critici, anche qualche vecchio segno di vernice blu, il percorso risale traversando nel contempo sulla destra per portarsi al di sopra della grande parete vista in precedenza.

Link alla cartina ↓
mappa

 Si giunge così al rudere della baita di Pioda di sotto ca. 1500 m. (qui si può traversare verso il canale del Rio Scheggianotta e il Court di Martinitt, vedi : questa pagina), il sentierino prosegue la salita nel bosco giungendo a ca. 1580 m. a La Pioda dove i piccoli ripiani erbosi stanno cercando di resistere alla inesorabile avanzata del bosco.

 Il sentierino risale (la traccia è a tratti meno evidente), per giungere in una zona prativa e a un ripiano con numerosi piccoli larici (foto 40), qui si traversa verso nord giungendo ai ruderi del Court del Frè ca. 1720 m.

 Questo era l'alpeggio più "importante" disponendo dei pascoli più estesi (che erano comunque piccola cosa... qui certamente portavano solo le capre), sull'architrave in legno del rudere principale era stata incisa una Croce, poco più in basso si trova il rudere di un'altra baita.

 Per visitare l'ultimo alpetto si ritorna alla zona dei piccoli larici e si segue una labile traccia che risale traversando nel contempo verso sud, il sentiero poi si perde, sono presenti solo saltuari tagli, ma senza troppe difficoltà si raggiunge a ca. 1780 m. l'ultima baita dove si trova anche una balma, qui qualche veduta panoramica sul versante opposto verso la conca dell'Alpe Vova.

 Ritornato al Court del Frè, dopo la baita principale si vede un sentierino che traversa verso nord... la possibilità di traversare questo versante in direzione dell'Alpe Croce nella Valle del Rio Cramec era stata notata durante il ritorno dal giro al Ritzberg (vedi : questa pagina), il versante appariva percorribile, senza importanti salti di roccia (anche se con vegetazione invadente), e una breve deviazione "esplorativa" ha permesso di trovare una lieve traccia (molto imboscata) dove si vedevano anche alcuni vecchi tagli...


ruderi dimenticati...

 Il sentierino all'inizio è abbastanza visibile, in realtà nel primo tratto è presente anche una traccia di passaggio di animali che è più evidente... questo facilmente può portare a uscire dal percorso ottimale, bisogna comunque rimanere sempre intorno ai 1680/1710 m. e in ogni caso bisogna evitare di scendere troppo.

 Quando si perde la traccia ci si trova a dover affrontare i temibili ontanelli (in verità era da un po' che non capitavo su questo tipo di terreno, e ogni tanto è anche giusto così, per non perdere l'abitudine...).

 La traversata è stata relativamente lunga (più di 1 ora dal Court del Frè all'Alpe Croce), appunto a causa del terreno disagevole... dopo il tratto più "scomodo" si arriva su terreno più aperto dove in questa occasione si poteva ammirare un bel panorama verso le cime della Val Formazza, in una giornata veramente molto limpida.


vista sul fondovalle...

 Avvicinandosi alla zona dell'Alpe Croce su terreno più aperto, bisogna iniziare a scendere di quota per portarsi gradualmente intorno ai 1640 m. transitando al di sotto delle bancate rocciose presenti, in questo ultimo tratto il percorso è abbastanza evidente ma ci sono tratti in saliscendi nell'erba dove è molto facile perdere la traccia, si giunge comunque ai primi ruderi (probabilmente i più "antichi" (foto 70), e poi alla baita dell'Alpe Croce 1643 m.

 Per la discesa si segue il sentiero segnalato che porta alla strada asfaltata poco prima di Foppiano (vedi anche la parte finale di : questo giro), per tornare a Rivasco si segue la stradina sterrata che traversa sulla sinistra, poi tenendo sempre la sinistra si giunge al punto in cui incrocia il sentiero seguito all'inizio del giro, e si scende a Case Cini e poi a Rivasco.

 

    - Il versante sud- ovest :

 Durante un precedente giro "esplorativo" sono risalito lungo il versante destro (sud) della parete rocciosa, qui non si trovano sentieri, ma un tratto è segnalato da tagli; raggiunta la giavina iniziale, poco più in alto si trovano dei gradini (foto 11), visitando questa zona si trovano resti del basamento di un baitello, che appaiono molto "datati" certamente sono i più antichi della zona (cosa confermatami anche da gente del luogo).

 Risalendo in direzione della parete si trovano due balme, poi superato un canalino e salendo nel bosco molto ripido si trovano tagli (principalmente sulla corteccia delle piante), che conducono a un piccolo poggio a circa 1380 m. dove si trova il rudere di un baitello non riportato sulle mappe.

balma...
balma...

 Il percorso risale costeggiando il versante roccioso (sulla sinistra), affacciandosi su un canalino laterale posto prima di quello principale del Rio Scheggianotta (Rivo Songiamotta sulla Mappa Rabbini...), in questa occasione sono risalito seguendo le varie cengette di questo ripido versante fin verso i 1480 m. da qui si può anche continuare verso i ruderi de La Pioda. Questo percorso è comunque più impegnativo rispetto a quello descritto in precedenza...

 (Lungo i tratti rocciosi posti più a nord, al di sotto della parete, si trovano segni di vernice rossa con lettere e simboli, probabilmente sono riferimenti riguardanti la possibilità di aprire una nuova cava in zona...).

la zona di ALpaia sulle vecchie mappe...

immagini ↑→  



immagini ↑→  




ruderi dimenticati...

in Valgrande...  ← in Valgrande

© www.in-montagna.it
(e-mail)